mercoledì 8 febbraio 2017

Terremoto: un affare

Non avevo molto creduto a quanti dicevano e scrivevano che il terremoto fosse un affare. Avevo pensato che le persone interessate ad arricchirsi con le case devastate fossero una esigua minoranza.

Mi sono ricreduto dopo gli ultimi sismi.

I terremoti creano oggettivamente lavoro per molte persone. E oggettivamente molti ne traggono vantaggi.

  1. Le imprese di costruzione.
  2. I professionisti che devono progettare le nuove abitazioni o che devono valutare quelle esistenti. Vantaggi: alcuni più, altri meno. Decine di migliaia di ingegneri, geometri, architetti, geologi, periti...
  3. Gli esperti che vengono consultati per emettere pareri in merito a edifici strategici, ponti, dighe o altre strutture speciali.
  4. I politici, che mostrandosi attenti e pronti si fanno molta buona pubblicità, e quindi si preparano a restare.
  5. Gli amministratori, che possono ottenere fondi per i territori e quindi consensi.
  6. Le software house che vengono nuove versioni dei loro programmi.
  7. I professori universitari, che traggono lustro e incarichi dal fatto di partecipare alle Commissioni che decidono le Norme.
  8. E via così enumerando.

Gli unici a perderci qualcosa sono solo e soltanto i terremotati. Gli altri non percepiscono che possa capitare anche a loro. La ruota della Fortuna gira, e colpisce tutto sommato pochi. Sfortunati.

La gran macchina del cincischio deve funzionare. Non interessa molto, io credo, che il lavoro fatto ed i soldi spesi siano utili. Altrimenti bisognerebbe cambiare molte cose, a cominciare dalle leggi. Le leggi, invece, sono fatte per essere modificate, interpretate, adeguate, aggiornate e via via modificate, sulla base, si dice, del progresso tecnico e scientifico. Che siano sbagliate, e che si sappia, poco interessa. L'essenziale è che non vengano smentite troppo platealmente.

Ora il prossimo gran quizzone è la determinazione per via probabilistica della vulnerabilità del patrimonio edile. Sappiamo già che buona parte dell'edificato è a rischio, ma metterlo nero su bianco aiuta. In specie se con numeri del lotto, per dare una patina di precisione e affidabilità. Milioni di parcelle, inoltre.

Dico "i numeri del lotto" perché si sa che i metodi probabilistici sono sbagliati ed inadeguati. Se 1+1=2, allora le norme andrebbero cambiate. Ma è impossibile: la macchina che gli gira intorno è troppo possente per essere arrestata. Ora abbiamo la nuova frontiera: il progetto Case Italia.

Sono certo che molti stanno correndo a perdifiato per saltare sul carro. Ma sono anche certo che di quello che servirebbe veramente, ben poco sarà fatto. Me lo dice il fatto che ci sono incoerenze stridenti. Chiare contraddizioni, nelle norme. Che nessuno affronta.

L'essenziale è che tutto giri con una parvenza di efficienza e di utilità. Dei fatti veri, poco importa.

2 commenti:

  1. Condivido tutto tranne la frase "Gli unici a perderci qualcosa sono solo e soltanto i terremotati". Mi è capitato di fare sopralluoghi o di essere contattato da gente che ha avuto danni più o meno seri in casa, pur senza crolli o devastazione. Ebbene, una gran parte delle persone ha chiesto di fare qualcosa per prenderci qualche soldo, per provare a ristrutturarsi casa con soldi pubblici incolpando il terremoto. C'è una cultura sbagliata fin dal basso. Poi l'altro giorno vedo il film Double Indemnity degli anni '40 e scopro che in California all'epoca era già consolidata la prassi di assicurazioni contro il sisma. Mah.

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  2. @Mario Pistocchi
    Sì, forse c'è ancora troppo ottimismo da parte mia. Ma in fondo anche quelli che pensano di fare i furbi sono vittime della loro ignoranza. E la ignoranza è coltivata, amorevolmente curata, in questo Paese.

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